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About Sandra Naggar

Metem-psico-Migrante

2016

Il titolo è diviso in tre parti per voler esprimere la rappresentazione di un uomo volto di spalle, che non rappresenti soltanto la sua migrazione fisica ma anche quella spirituale, quasi una metempsicosi.

 

Una triade di fasi cronologiche e spirituali: un passato di sofferenze dal quale fuggire; un presente di difficoltà da affrontare, un futuro di speranze per vivere in un mondo migliore

 

Antonio Enrico Maria Giordano

 

The title is divided into three parts to express the representation of a man from behind, which not only represents his physical migration but also spiritual, almost a metempsychosis.

 

A triad of chronological and spiritual phases: a history of sufferng from which to escape; a present difficulties to be faced, a future of hope to live in a better world.

Antonio Enrico Maria Giordano

L'a(r)bor Eu-Kalì-intus

2015

 

Il lavoro di Sandra Naggar "L'a(r)bor Eu-Kalì-intus" ha radici lontane: dall'Arbor Vitae e dall'edenico Albero della conoscenza del Bene e del Male; dall'Axis Mundi, pilastro cosmico, alla Magna Mater Matuta. Eu-caliptus può essere scomposto: "eu" in greco significa "bene". Come l'eucalipto arcoiris, la sua policroma corteccia ha i colori dell'arcobaleno di Iride (messaggera della dea celeste Hera/Juno), che unisce Cielo e Terra. I suoi rami alludono alle braccia della Grande Madre Natura, creatrice ma anche distruttrice se stravolta dall'uomo: come la dea Kalì dalle molteplici braccia. Natura che dona molteplici frutti ma sa punire chi stravolge la Terra con disboscamenti, cementificazioni selvagge e sconsiderate su aree alluvionali. È inoltre un lavoro manuale ma al contempo concettuale quindi un lavoro interiore (=Labor intus).
L' eucalipto emana un profumo intenso e rievoca l'incenso con il quale erano allontanati gli spiriti maligni o i suffumigi di Tobiolo, con i quali l'arcangelo Raffaele fece liberare Sara dal daimon persecutore. Un rito purificatore e propiziatorio: per liberare la mente, la donna mater e la società sia da pregiudizi tradizionali sia da luoghi comuni. La donna come pianta fertile e prolifica ma anche forte e capace di opporsi alle violenze maschiliste. Come un albero forte, una quercia simbolo di Fortitudo più morale che fisica. La donna che affonda le radici nella Terra umida e fertile, faticosa da lavorare. La donna lunare che lavora e veglia, giorno e notte, figli e famiglia. L' albero ha una cornice celeste come lo spazio cosmico. I suoi rami sono policromi perché la personalità femminile è poliedrica, indefinibile, mobile e sfuggevole a rigide etichette; perché il carattere femminile muta con le sfumature della psiche muliebre. L'a(r)bor Eu-Kalì-intus è profumato perché la donna è affascinante e il suo profumo stordisce i sensi, irretisce la ragione maschile. È come la maga Circe o Melissa, strega perché libera da convenzioni e con la mente indipendente; capace con l'istinto di sottomettere un uomo cieco, schiavo dei sensi e della ragione materialista. La Donna è come un albero, è medium tra Microcosmo e Macrocosmo. E' veggente, unisce il mondo razionale con quello irrazionale: è strega, gatto come medium nei sabbah. Per questo L'a(r)bor Eu-Kalì-intus è libero nell'aria, tra lacci e corde, che la donna ha la Speranza ed è capace di sciogliere per volare lontano nello spazio con la sua istintiva creatività femminile, vittoriosa sulla mondrianiana razionalità maschile. 
L'a(r)bor Eu-Kalì-intus è infatti la naturale evoluzione della felice serie/trittico LABor/ABi(n)tus del 2013.
Antonio Enrico Maria Giordano

 

 

 

Robe blanche sur le ciel rouge (Vénus et le sang)

2014

 

 

"Robe blanche sur le ciel rouge (Vénus et le sang)" e' una proiezione sub/reale della originale personalità artistica di Sandra Naggar.

Il cielo tinto di sangue e' quello dell'insolito fenomeno naturale, accaduto a Roma il 23 dicembre 2012, forse per inquinamento atmosferico ma interpretato come funesto presagio nel clima di attesa fine del mondo (prossimo al 12/12/12). Tale sfondo diventa qui la metafora di un mondo inquinato, crudelmente violentato, grondante di ingiustizie, nel quale il candido abito muliebre cerca di fluttuare libero, librandosi leggero, roteando nella gonna a campana.Un inno alla libertà creativa, inventiva, intuitiva, fantasiosa e appassionata della donna e una denuncia della violenza femminicida di un mondo e di potere maschilista, possessivo, che vorrebbe annullare, rinchiudere e costringere al silenzio e all'inazione la capacita', il talento e la volontà femminile.La veste a corolla floreale diventa quindi simbolo di purezza (flos virginalis) ma acquista valenze polisemantiche di un albero fruttifero radicato alla Magna Mater/Materia, di una campana che denuncia, nel cosmo, risuonando col suo rintocco a morto.La Speranza pero' e' sottesa nella luce di una nuova alba candida e, dopo il tramonto di sangue, insito nella donna come il dolore del ciclo e del parto, la luce e' portata dalla stella/pianeta di Venere, dea madre di Amor.

 

Antonio Enrico Maria Giordano

 

 

Robe blanche sur le ciel rouge (Vénus et le sang)

2014

 

 

 

"Robe blanche sur le ciel rouge (Vénus et le sang)" is a sub/real projection of Sandra Naggar's original artistic personality.

Sky, completly tinged with blood, is the result of the unusual natural phenomenon happened in Rome December 23, 2012, perhaps due to air pollution, but interpreted as evil omen in the expectation of the end of the world (12/21/2012). This background becomes the metaphor of a polluted world, cruelly raped, full of injustice, in which the white dress free floating, hovering light, rolling in a bell skirt.

Un hymn to woman creative freedom, inventive, intuitive, imaginative and passionate. A denunciation of violence against women by a macho world overwhelning and possessive, who would like to cancel, confine and force to silence and inactivity women's ability, talent and will. The dress becomes symbol of purity (flos virginalis) but takes value of a fruit tree conected to Magna Mater/Matter, and becomes complaint, in the cosmos, which have the dead sound of funeral. But Hope is in the light of a a new pure sunrise and, after the blood of sunset, insight woman like the pain of woman's cycle and childbirth, the light is brought by the star/planet Venus, Love mother goddess.

 

Antonio Enrico Maria Giordano

Homo sub Sapiens

2014

Homo sub Sapiens suggerisce un'immersione nella fragilità umana che si scompone per ricongiungersi alla propria anima rappresentata dall'acqua. Un silenzioso ritorno allo stato primordiale, attraverso il simbolo dell'Arche origine di tutte le cose, che tutto permea e dal quale tutto ritorna. In questo eterno fluire si ritrova la filosofia di Eraclito: “ciò che è oggi, non è quello che era ieri, né quello che sarà domani.” In quel moto perenne, dove niente rimarrà com'era, dove tutto si trasforma nel respiro di un attimo. E lui è lì... trattiene il respiro in attesa che si compia la sua rinascita. Tutti i legami si intrecciano, si attraversano, per ricordare che il tempo è prezioso e che la vita lascia i segni che si trasformano nella ricchezza della sostanza

 

Homo sub Sapiens suggests immersion in human frailty which breaks down to rejoin his soul represented by water. A silent return to the primordial state, through the symbol of the Arche origin of all things, that permeates everything and from which everything returns. In this eternal flow we find the philosophy of Heraclitus: "what it is today, is not what it was yesterday nor what it will be tomorrow." At that perpetual motion, where nothing will remain as it was, where everything changes in breathing a moment. And he is there ... holding his breath waiting for its rebirth. All ties are woven, cross themselves, and remind that time is precious and that life leaves the signs which are transformed into the substance wealth.

 

 

 

LABor/ABi(n)tus

2013

 


Sandra Naggar realizza un lavoro manuale che e` al contempo un'opera concettuale, complessa come un labirinto interiore quindi Labirinto/Labor-intus; c'e`pero' l'abito, quindi, Labor come Lavoro manuale e intellettuale, ricerca della via (Labirinto) e ricerca interiore (Labor/intus).


Le forme geometriche danno vita a un labirinto, come quello mitico di Creta, dove il re Minosse racchiuse il Minotauro, generato dalla moglie Pasifae, congiuntasi al toro inviato dall'offeso Poseidon. L'abito puo' alludere a Pasifae e all'insana passione per il divino toro, frutto di un "incantesimo" del dio marino.
Alle logiche labirintiche e pressanti della Mondrian(iana) razionalità scientifica maschile, la donna oppone un istinto naturale e sensuale più creativo, artistico e originale ma anche più pratico e concreto. Ella nasce infatti dal fare: non a caso dall'etimo indoeuropeo "mat" deriva "mater" (madre) e "materia".


Il titolo e' complesso perché la psiche umana e`complessa: quella femminile ancora di più! 


Antonio Enrico Maria Giordano

 

 

 

LABor/ABi(n)tus

2013

 

Sandra Naggar makes a manual work that is at the same time a conceptual work, as a complex inner labyrinth then Labyrinth/Labor-intus; there is however the dress, then Labor as manual and intellectual work, research of the way (Labyrinth) and inner search.

The geometric forms gives life to a maze, like the mythical island of Crete, where King Minos enclosed the Minotaur, procreated by his wife Pasiphae and the bull sent by the offended Poseidon. The dress can allude to Pasiphae and to the insane passion for the divine bull, spell’s result of the sea god.

To a logical and urgent maze of Mondrian scientific male rationality, woman opposes a natural and sensual instinct most creative, artistic and original but also more practical and concrete. Woman has been created from doing: in fact “mat” in Indo-European etymology come from “mater” (mother) and “matter”.

The title is complex because the human psyche is complex: the female one even more.

 

Antonio Enrico Maria Giordano

 

ARTRIBUNE - 7 ottobre 2011

 

Un luogo insolito, che porta con se suggestioni forti, legate al mondo della rappresentazione scenica. LowCOSTume è una nota sartoria teatrale romana, uno straordinario laboratorio in cui, attraverso i tessuti, prendono vita sentimenti ed emozioni della storia collettiva, tra abiti e accessori capaci di evocare brani di vita, frammenti di epoche passate, tendenze del presente, culture e visioni del mondo. I protagonisti di questo spazio, spinti dalla voglia di inaugurare avventure creative sempre diverse, tentano di inventare “un altro modo di viaggiare nel mondo dei costumi, cercando di aprire nuove rotte”.
Ed è così che arriva anche l’arte, ad animare con interventi studiati ad hoc questo piccolo tempio del teatro, della sartoria, dello stile, delle arti applicate. Sandra Naggar è la protagonista, venerdì 7 ottobre, di un appuntamento espositivo incentrato sulla pittura, curato da Giuliana Stella: quattro opere – Punto di rottura, IlegaTALIA, Pushpills, Ho messo il mondo in croce – con cui si combinano colore, malta, stucco, creta, palesando un intento fortemente rappresentativo. Ma all’origine di tutto c’è l’arte della tessitura, simbolico punto di contatto tra il lavoro dell’artista e l’identità del luogo: Naggar traccia la sua trama di segni cromatici, generando forme che le consentano di afferrare lo schema segreto delle cose e degli eventi. Una pratica meditativa basata sulla necessità di plasmare la materia, centimetro per centimetro, con la delicatezza di chi tesse un ordito di sottilissimi fili.

- Helga Marsala

 

TESSERE MATERIA TESSERE PITTURA

 

7 Ottobre 2011

Sartoria teatrale LowCOSTume

Roma

 

A cura di Giuliana Stella

 

All’interno dell’insolito e suggestivo spazio di LowCOSTume, Sartoria Teatrale in Roma, Sandra Naggar presenta quattro opere: Punto di rottura, IlegaTALIA, Pushpills e Ho messo il mondo in croce; già nei titoli è chiaro l’intento rappresentativo dei soggetti su cui l’artista indaga. Nel primo, Punto di rottura, si percepisce una particolare rappresentazione del tempo. Così come nella vita di ognuno di noi esistono uno o più punti di rottura che modificano la nostra visione del tempo, così ad un livello molto più alto ed esteso si assiste ad un mutamento cosmico in grande e continua accelerazione: alterazione delle frequenze, diminuzione del campo magnetico terrestre, espansione dell’energia in continua crescita. Che lo si voglia o meno, inevitabilmente tutti noi partecipiamo a questi inarrestabili processi.

L’artista intende comunicarci che averne consapevolezza ci permetterà di vivere con maggiore sintonia i cambiamenti in atto e di raggiungere, possibilmente, una maggiore armonia con l’Universo.

IlegaTALIA: l’artista è nata a Losanna e vive a Roma dall’età di tre anni; ama profondamente il nostro Paese e rimane incredula di fronte alla mancanza di amore e di attenzione che mostriamo troppo spesso verso la nostra Italia, dove assistiamo ad una dura messa in discussione della sua stessa unità, basandone le ragioni su argomenti inaccettabili per chiunque abbia una visione più aperta, più contemporanea e più umana.

L’artista controbatte con un gesto metaforico capovolgendo tutto: perché no? Purché sempre all’interno di una cornice che con i colori della nostra bandiera ridefinisca un’unica unità.

La forte carica simbolica del colore di IlegaTALIA si stempera in Pushpills in più sfumate e complesse connotazioni. Su di un fondo dorato emerge la forma drammatica di un cervello le cui diverse aree anatomiche assumono colori sempre più lividi a seconda dell’abuso di farmaci o droghe. Dalla luminosità dell’oro all’oscurità; dall’elevazione alla degradazione; dall’energia in accelerazione all’entropia.

Qui il 'sogno dorato' dell’uomo della propria onnipotenza a buon mercato: non invecchiare mai, non sentire mai dolore anzi, meglio, non sentire nulla, eccitarsi a piacere e tranquillizzarsi a comando … ma tutto ciò con danni irreparabili per un organo meraviglioso come il nostro cervello.

Ho messo il mondo in croce, 27 Settembre 2011: OVERSHOOT DAY; il pianeta entra in riserva – l’umanità entra in deficit ecologico. Quest’anno abbiamo esaurito tutte le risorse naturali disponibili e inizieremo a consumare quelle riservate al prossimo. Sandra Naggar sostiene: “Duemila anni fa fu messo Cristo (figlio del Dio Padre, Dio-Sole) in croce; forse, oggi, io sto mettendo il mio pianeta (Madre - Terra) in croce per via della mia indifferenza, ignoranza, e mancanza totale di lungimiranza.”

La necessità di lavorare sulla stratificazione e sullo spessore si è fatta sempre più urgente, fino a condurre Sandra Naggar verso una tridimensionalità sempre più pronunciata. Nella ricerca di una sua singolare forma espressiva, l’artista arriva a costruire un proprio telaio dove trama ed ordito sostengono il ritmo di un originale rappresentazione dei temi su cui riflette da tempo e che, a suo avviso, vanno mostrati in tutte le forme possibili affinché divengano oggetto di sempre più ampia consapevolezza.

I lavori di Sandra Naggar trovano nel luogo espositivo dedicato da LowCOSTume un contesto loro affine. In questa straordinaria sartoria, dove attraverso i tessuti si ricreano sentimenti ed emozioni della nostra storia e dove, attraverso gli abiti, si ricostruiscono pensieri e parole di brani di vita, e si ravvivano le culture e le poetiche del nostro mondo. I protagonisti di questo laboratorio dichiarano di voler provare ad inventare “un altro modo di viaggiare nel mondo dei costumi cercando di aprire nuove rotte”. La tessitura è all’origine di tutto, ed è una forma d’arte che rappresenta uno dei primi importanti esempi di ingegnosità umana.

Il telaio è uno dei più antichi oggetti che l’uomo abbia sapientemente costruito con le proprie mani; è sempre stato uno strumento la cui bellezza è data dall’efficienza ed essenzialità della geometria, così come dai semplici e intelligenti meccanismi che lo compongono. Come fili che ci tengono collegati al mondo, e attraverso i quali percepiamo il dolore stesso del mondo, che è anche il nostro dolore, Sandra Naggar intesse i fili della sua trama a supporto di forme che le permettano di afferrare per intuizione gli schemi insondabili degli eventi; un’ideale intessere che sottende il tutto e attraverso il quale l’artista prova a comprendere i meccanismi profondi che muovono la nostra esistenza. I gesti di Sandra Naggar sono tesi a riflettersi verso il mondo che ci circonda. Plasma la materia millimetro per millimetro, la tocca e la lavora passo dopo passo, e con sapiente attenzione la frammenta e la ricompone fino a che si dispieghi nel suo ordito. Come nel classico lavoro al telaio, l’artista inizia con la scelta di materiali, dimensioni, lunghezze e spessori per poi, tratto su tratto, colore su colore, far emergere le forme pensate. E mentre l’intreccio si dipana, il ritmo varia ad ogni diversa sollecitazione: la materia risponde all’azione dell’artista con partecipazione sensibile e cosciente.

La mostra è resa possibile anche grazie alla collaborazione di Erminia Manfredi, nostra compagna d’avventura, che con Viva la Vita porta avanti un lavoro costante e continuo per ridare ‘voce’ alla sensibile e profonda intelligenza dei malati di SLA. Anche Erminia, tessitrice instancabile, vuole ricomporre la trama sottile di vite che, come fili di un altro colore, possano dare la loro preziosa luce nel tessuto dell’esistenza.

Giuliana Stella

 

Arte Significante

 

La trama della vita

La tela di Penelope

Il filo delle Dee Parche

Filo che per gli ammalati di SLA diventa sempre più elastico,

sono vivi: con la mente fertile che non può più comunicare.

 

Erminia Manfredi

 

 

TESSERE MATERIA TESSERE PITTURA

"TO WEAVE MATER TO WEAVE PAINTING"

 

october 7th 2011

LowCOSTume - Rome Italy

 

 

Inside the unusual and fascinating space the LowCOSTume, Costume Design Studio in Rome, Sandra Naggar presents four works.

 

 

Punto di rottura (Breaking Point), IlegaTALIA, Pushpills and “Ho messo il mondo in croce” (“I put the world on the cross”), the representative intent of the subjects on which the artist investigates is already clear from the titles.

 

 

In the first, Punto di rottura (Breaking Point), we perceive a particular representation of time. Just as in the life of each one of us there are one or more breaking points that affect our vision of time, so on a much higher and extended level there are changes, a large and continuous cosmic acceleration: a change of frequency, a decrease in the Earth's magnetic field, a continuous expansion of growth.

Whether we like it or not, inevitably we all participate in these unstoppable processes. The artist intends to communicate that being aware of it will enable us to live in tune with these changes and to achieve, if possible, a greater harmony with the Universe.

 

IlegaTALIA: the artist was born in Lausanne and has lived in Rome since the age of three; she loves Italy and is amazed at the lack of love and care for our country that we often show, as we witness a harsh questioning of its very unity, on the basis of reasons unacceptable to anyone with a more open, contemporary and human vision.

The artist strikes back with a metaphorical gesture turning it all upside down: why not? Although always remaining within a frame with the colors of our flag as he redefine a single unit.

The strong symbolic color of IlegaTALIA fades into Pushpills in more nuanced and complex connotations. Against a gold background there emerges the dramatic form of a brain whose anatomical areas always take on ever more livid colors depending on the abuse of this or that pharmaceutical or drug. From the brightness of gold to darkness, from elevation to degradation, from energy in acceleration to entropy. Here we have a cheapened version of the 'golden dream' of man's own omnipotence: never to grow old, never ever to feel pain, or even better, to feel nothing, to get excited when we please and calm down on command ... but all that with irreparable damage to a wonderful organ like our brain.

 

“I put the world on the Cross”, September 27, 2011: Overshoot Day, the planet enters in reserve - humanity comes into ecological deficit. This year we have exhausted all available natural resources and we will begin to consume those reserved to the next. Sandra Naggar says: "Two thousand years ago Christ (the son of God the Father, God-the Sun) was put on the cross, perhaps, today, I am putting my planet (Mother Earth) on the cross by my indifference, ignorance and total lack of foresight." The need to work with stratification and thickness has become increasingly urgent, eventually leading Sandra Naggar towards an increasingly pronounced three dimensionality. In search of a unique form of expression, the artist comes to build her own loom where warp and weft establish the rhythm of an original representation of the themes on which she has long reflected and which, in her opinion, should be represented in every way possible so that they become the subject of a much wider awareness.

 

The work of Sandra Naggar find an appropriate context in the exhibition space dedicated to LowCOSTume. In this extraordinary design studio, where through the medium of the fabrics are recreate the feelings and emotions of our history and where, in the design of the garments, thoughts and words drawn from bits and pieces of life are reconstructed, and the cultures and poetics of our world take on new life. The protagonists of this workshop say that they are trying to invent "another way to travel the world looking for “customs and costumes” to open new routes." Weaving is the origin of everything, and is a form of art that represents one of the first major examples of human ingenuity.

 

The loom is one of the oldest objects that man has intentionally builtby hand and has always been an instrument whose beauty derives from the essential and efficiency of its geometry, as well as the simple and clever mechanisms of which it is composed. Like lines that keep us connected to the world, and through which we perceive the pain of the world itself, which is also our pain, Sandra Naggar weaves the threads of her loom to create forms which allow her to probe intuitively the unfathomable patterns of events; an ideal weaving that underlies everything and through which the artist tries to understand the underlying mechanisms that move our existence. Sandra Naggar’s efforts are intended to be reflections on the world around us. She forms the material millimeter by millimeter, and shapes and works it step by step, carefully and wisely takes it apart and reassembles it until it unfolds in her warp. As in the classic work at loom, the artist begins with the choice of materials, sizes, lengths and thicknesses and then, piece by piece, color by color, brings out the shapes she has conceived. And as the design unfolds, the rate varies with each different strain: the material responds to the action of the artist with sensitive and conscious participation.

 

The exhibition is made possible thanks to the collaboration of Erminia Manfredi, our companion in this adventure, who through “Viva la Vita” carries on a tireless effort and continues to give voice to the sensitivity and profound intelligence of people with ALS. Even Erminia, tireless weaver, wants to reconstruct the subtle design of lives that, like threads of another color, can shed their precious light within the fabric of existence.

 

Giuliana Stella

 

 

Significant Art


The web of life
Penelope’s weaving

The thread of the Fates

The threads for patients with ALS, ever more elastic,
They are alive: with fertile minds that can no longer communicate.

 

ErminiaManfredi

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